Un altro sguardo alle emozioni positive

Concludiamo questa chiacchierata riguardante le emozioni riprendendo il discorso su quelle di segno positivo. Ci sono  prospettive differenti che sono state indagate da vari studiosi, benché tutte concordino nel ritenere le emozioni positive utili al nostro benessere psicofisico, anche a lungo termine.

bimbi felici

Oggi mi farebbe piacere riprendere alcune parti del lavoro di Jeni Hooper, psicologa dello sviluppo inglese, che ha saputo condensare nel suo testo tanti concetti importanti e cari alla Psicologia Positiva dando anche una serie di consigli di tipo pratico utili per i genitori e per le altre figure di accudimento dei bambini.

Il suo testo, “WHAT CHILDREN NEED TO BE HAPPY, CONFIDENT AND SUCCESSFUL” consultabile per buona parte on line, sposa, a differenza di molti libri esistenti sullo sviluppo infantile,  una prospettiva differente. Qui non vengono indicate varie età e stadi di crescita dai quali “aspettarci” qualcosa di nuovo da parte del bambino, ma si esplora quello che può favorire  nei più giovani, sentimenti di felicità, senso di auto efficacia e fiducia in sé stessi, compatibilmente con una sorta di continua “negoziazione” riguardo i vari traguardi da raggiungere nel corso del processo di sviluppo, in modo da evitare il più possibile la frustrazione.

Per semplificare, possiamo provare ad immaginare il BENESSERE PSICOLOGICO come una costruzione formata da vari elementi: se ne possono delineare cinque che ne costituiscono le fondamenta indispensabili perchè quest’ultima sia sufficientemente solida: 1) FORZE PERSONALI, 2) BENESSERE EMOTIVO, 3) COMUNICAZIONE POSITIVA,  4) IMPARARE A ESSERE FORTI, 5) IMPARARE A ESSERE RESILIENTI. Se avete voglia potete trovarli spiegati in uno dei miei post più vecchi in questo stesso blog.

Qui, invece, vorrei approfondire il significato del termine “flourishing” che l’autrice ha ben indagato nel suo testo. Cosa significa veramente fiorire?

Se pensiamo ai fiori e ci verrà subito in mente un’immagine: il fiore quando fiorisce si apre, si dischiude alla vita, ma una vita piena, colma di bellezza e di frutti. Questa metafora rende bene l’idea del termine inglese “flourishing” che significa proprio

vivere in pienezza la propria vita

Ognuno di noi ha delle capacità peculiari che non sempre però siamo in grado di scoprire e sviluppare appieno. Con questo termine “flourishing” si intende proprio: scoprire le nostre peculiarità e metterle a frutto.

Esse sono parte di noi, presenti fin dalla nascita ma hanno bisogno di un ambiente adeguato e facilitante per uscire allo scoperto e maturare. Anche da adulti si può intraprendere questo viaggio alla scoperta di “chi siamo veramente” ma, è molto più vantaggioso essere incoraggiati fin da bambini a sviluppare le nostre qualità, i nostri punti di forza. Qui, davvero, entriamo in un discorso molto delicato perché molto ci sarebbe da dire riguardo le nostre scuole dove raramente si incontrano “veri maestri”, quelli che sanno tirar fuori il meglio di noi stessi. Per non parlare di alcuni genitori che pretendono per i loro figli tutta una serie di prestazioni sportive e non, senza tenere minimamente in considerazione le inclinazioni del loro bambino.

Cosa ci dice Jeni Hooper al riguardo? Come possiamo aiutare i nostri piccoli ad essere se stessi?

Innanzi tutto per i bambini spesso la felicità e la soddisfazione passa dalle piccole cose: anche piccoli cambiamenti della loro routine per loro possono significare molto. L’autrice ci ricorda che, per uscire allo scoperto, i punti di forza di un bambino hanno bisogno di essere esercitati ogni giorno. Ai piccoli spesso viene facile e naturale fare delle scelte che vanno bene per loro, che li fanno sentire felici e appagati… noi adulti di riferimento dovremmo per prima cosa iniziare a rispettarle e non metterli spesso sotto pressione. Nello specifico:

  • lasciare loro più tempo libero che permetta di “resettare” il loro termostato emotivo, lasciando che semplicemente si divertano;
  • assicurarci che abbiano almeno un’ora di gioco libero fuori dalla scuola, meglio se all’aria aperta;
  • la conseguenza sarà che i bambini saranno più rilassati, più positivi e più desiderosi di impegnarsi in tutte le attività attentamente scelte per loro dalla famiglia e dalla scuola;
  • comunicare loro in modo chiaro e semplice la nostra soddisfazione per premiare i loro sforzi.

Sembrano cose scontate e forse per noi insignificanti ma, credetemi, non lo sono. L’autrice ci ricorda che la differenza sta nelle nostre mani!

Se desiderate approfondire il lavoro di Jeni Hooper, nel suo libro viene presentato il Flourishing Programme, ideato per bambini dai 3 agli 11 anni, benché nella pratica anche diversi adolescenti abbiano tratto beneficio dallo stesso programma. Non c’è bisogno di essere uno psicologo per utilizzarlo e sia i genitori, sia educatori e insegnanti possono agevolmente metterlo in pratica.

 

 

 

 

 

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