Nel precedente post abbiamo parlato di una facoltà innata, potente e precoce che abbiamo tutti: l’intelligenza numerica. Essa è la capacità di manipolare quantità numeriche e si riferisce alla facoltà di “intelligere”, ovvero capire e pensare il mondo in termini di numeri e quantità.
Gli studi scientifici hanno dimostrato ad esempio che, già a pochi giorni di vita, un neonato vedendo la mamma discrimina 1 e all’arrivo del papà 1 + 1 e così, all’arrivo dell’infermiera, 1 + 1 + 1. Ovvero sin da subito sa riconoscere la quantità ben prima ancora di saperla nominare! Non solo, all’interno della quantità 3, che viene percepita a colpo d’occhio, il neonato è in grado di discriminare maggiore, minore e uguale.
Riconoscere le quantità, che rappresenta la base per contare, è quindi una capacità innata e precocissima. Eppure non sono rari i bambini (e poi gli adulti!) che hanno difficoltà con i numeri. Come avviene questo indebolimento di una facoltà innata? Chiediamoci quanti stimoli “numerici” corretti diamo come educatori e genitori ai bambini sin dalla più tenera età…
I giochi (i bambini imparano giocando, ricordiamocelo) possibili da fare già con i bambini più piccoli sono molteplici, e riguardano la possibilità di manipolare le quantità, usando mani e oggetti e sollecitando riflessioni anche sui concetti di maggiore e minore. Come? Ad esempio creando un mucchietto di mattoncini colorati o macchinine e giocando ad indovinare dove ce n’è di più e dove di meno, fino a creare mucchietti di uguale quantità. Ci sono anche diverse app interessanti che permettono di sviluppare queste competenze come ad esempio il gioco digitale Contabosco già disponibile su Apple Store, pensato da un team di ricercatori tra cui la Dott.ssa Daniela Lucangeli (già citata nel nostro precedente articolo).
E per i bambini più grandi già in età scolare, come intervenire?
I bambini hanno la necessità di individuare delle strategie personali per destreggiarsi tra i numeri, sovente infatti le difficoltà nascono proprio perché i bambini non capiscono la procedura loro insegnata. Ai bambini va lasciata la possibilità di manipolare i numeri oralmente invece che insistere troppo sul calcolo scritto, dato che esso sviluppa altre capacità ma non quella strettamente numerica.
Quanto fa 25-8? E come faccio a farlo? Per trovare il risultato scelgo nella mia mente la strada che mi è più comoda e ho diverse alternative. Da adulti spesso non ci rendiamo conto di quale procedura utilizziamo nei calcoli a mente. I bambini devono ancora scegliere la loro e noi dovremmo aiutarli a riflettere su queste alternative per permettere a loro stessi, in autonomia, di poter scegliere la più efficace. Quindi, invece di inseguire il risultato, riflettiamo insieme su quali strade ci sono per raggiungerlo!
Alcuni giochi possibili riguardano proprio la risoluzione di calcoli orali, l’uso di app quali Math Doodles, bella anche graficamente e ispirata al motto “le calcolatrici non possono essere matematici, perché le calcolatrici non possono sognare”…
O semplici giochi da fare passeggiando come: arriva un bastimento carico di 5 centinaia, 3 decine, e 8 unità. Cosa ottengo?
Infine, giochi di logica, da fare in gruppo o da soli. Piccole sfide che non fanno leva sugli apprendimenti scolastici ma sulle nostre capacità e infinite potenzialità cerebrali. Consigliatissime per sfide divertenti tra grandi e piccini, le schede Usborne “Giochi di Logica”. Perché non solo la componente del divertimento è essenziale per imparare, ma anche il ruolo dell’adulto, che è il mediatore degli apprendimenti del bambino. In un prossimo post spiegheremo meglio questo concetto.
Allora: buon divertimento con i numeri!